1. |
Nel Fango
03:14
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salivano le scale
erano urla e facevano male come calci nel cuore
mia madre gridava un allarme suonava e ci accolse
la strada
fu durante quel lungo inverno di stenti
che capii come vivere tutti i momenti
che mi riempivano il vuoto degli occhi
che mi riempiono gli occhi
e ripensai alla radio, alle coperte lasciate nell’armadio
a mio padre che guardandomi diceva “canta mia bambina”
canta e stammi vicina, noi ce ne andremo, ce la faremo
quando la tua voce canta, la luce poi ci ammanta
e copre l’orrore che avanza
oggi a Prijedor, a Nsukka, oggi a Baghdad e a Gaza
fuggire i soldati
come prede di anni affamati e di gruppi rivali
in quell'inferno di freddo
non mi gelo' il cuore nel petto ne' il sangue perse calore
sogno che nella mia citta' passeggiare
diventi un'attivita' quasi banale
solo il vento ci dia da tremare
l'unica cosa che ci punti sia qualche fanale
dietro sacchi di sabbia per la strada
qualcuno si protegge passando
e un pallone rimbalza,
una parete mostra un nome di brigata ora stinto
un pallone rimbalza nel fango
un pallone rimbalza
e qualcuno scrive il nome dell’amata nel fango
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2. |
Il Cielo Sopra Kamara
01:58
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cosa sarebbe successo,
datemi cuori ardenti
cosa sarebbe successo,
mai si perdano nel dubbio
cosa sarebbe successo,
nella vittoria e nella sconfitta
cosa sarebbe successo,
tengano intatto il loro sorriso
quanto e' blu il cielo sopra Kamara?
tu l'hai mai visto
in strade colme di rabbia e di rischio
quanto e' blu il cielo sopra Kamara?
non te lo scordi
tra parole di fuoco respiri lacrime e ricordi
cosa sarebbe successo,
datemi menti brillanti
cosa sarebbe successo,
seguendo questa rotta mai dritta
cosa sarebbe successo,
conquistino un futuro indeciso
cosa sarebbe successo,
rivoltino un presente reciso
datemi cuori ardenti
che mai si perdano in questo buio
datemi sogni rinchiusi
che realizzino davvero un “io” diviso
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3. |
A Filo Di Voce
02:41
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in un bar di via Buonarroti leggo la Lioce
con amici che parlano tra loro a filo di voce
tra le gambe in quel momento sento solo nero
quando il mio corpo non risponde lo sento straniero
tu mi parli di tecnica
e io ti dico che non sono una macchina
istruzioni non ne ho, che parlino i tuoi occhi
se mi vedi appariro' fatto di magma e scogli
se ti guardi mentre ti specchi in questa vanita'
che distanza tra quel che vedi e la tua identita'
se ci ripenso diceva quello sono nella tempesta
troppi pensieri troppi sentieri in questa foresta
vivere il corpo leggermente quanto ci ho pensato
camminando in via Mentana poi mi sentivo osservato
corpi scolpiti usati per vendere oggetti ed esperienze
all'angolo una chiesa invita tutti i corpi alle sue penitenze
ci hanno riso sopra e anch'io con loro ho sorriso
pensando ai nostri corpi al piacere sul tuo viso
un arcobaleno liquido che tutti i colori mischia
alle scommesse tra mente e corpo su cui tutto si rischia
secoli di scontri per un corpo luogo di cicatrici
ma sulla mia pelle sento anche gli abbracci e i baci
ci siamo nati dentro questo abito quanto stringe
i desideri del corpo la sua liberta' e' quel che ci spinge
tu mi parli di tecnica
ma non sono una macchina
e istruzioni non ne ho
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4. |
Distanze
02:30
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quello che siamo conchiglie nel mare del niente
una relazione lanciata in mezzo alla gente
un fiore di pietra, un buco nel tempo
polvere dal muro che c'e' tra di noi
vecchie rime e nuvole nel vento
deluse da un sole che non scalda mai
da una clessidra senza piu' sabbia
si alza la nostra tempesta di rabbia
perdi il baricentro
senti un vuoto dentro
odi la realta'
scivolarti tra le dita
quante volte lo sai bene tu non devi rassegnarti
anche se fosse senza paura di scottarti
porteremo ciechi segni un sorriso irrisolto
come vuoti d'un desolato blister di plastica sciolto
guarderemo cosa fare dalla vetrina d'un negozio
in frantumi merci rotte pezzi del nostro inizio
tegole in terra e vetri calpestati
infami menzogne, i nostri vestiti
abiti da sogno poi incubi vissuti
dicevi allora ammirami sola
o aspetteremo che il tempo parli per noi
amplificando le nostre distanze?
o comporremo di nuovo musiche e marze
con fiori neri e con nuove danze
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5. |
Orizzonte Vanessa
02:43
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muri grigi mentre corro mentre scrivo
la pressione del dominio ma io vivo
vedo tracce nella sabbia, il vuoto delle parole
come ronza quest'aria, e' il suono che la morte vuole
e ho affrontato il limite
e ho visto il nemico che in me
le tue mani come vento ora soffiano una promessa
vedo lampi nella nebbia sotto questo orizzonte vanessa
questi occhi questi denti quanta fame
il colore della terra sembra di rame
e' come perdersi in questo vuoto, in questo abisso, in questo nulla
e ritrovarsi nella metropoli che ancora cresce nel tormento
racchiude qualche senso ancora, mi chiedo se
tornare a prendere parola, mi chiedo se
serve una risposta sola, mi chiedo se
davvero quando se non ora
il profumo dell'aurora, lo chiedo a te
il calore di una viola, lo chiedo a te
dal naso quanto sangue cola, lo chiedo a te
alla metropoli rispondiamo con un perdersi e un trovarsi
in nuove isole liberate dai nostri cuori di balena
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6. |
Naufraghi Del Mondo
02:09
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nei racconti suoi
le grida delle sorelle
nelle storie sue
le notti senza stelle
scommetti la
pelle sul mare
e' la tua barca che
inizia a girare
piscio che bagna speranze
schiaffi per povere istanze
di chi non puo'
piu' prendere o donare
di chi non ha una carta per entrare
naufraghi del nostro mondo
tutti insieme vomitando
son racconti di
tensioni e di distanze
in un mare che e' terra di nessuno
son sogni che hanno un costo
in membra stanche
fuggite a Nettuno
chi nel proprio benessere
prende forma dal deserto a cui si oppone
chi nel proprio diritto
costruisce il problema mattone su mattone
chi nella propria insicurezza
crea sempre un nemico da schiacciare
chi nella propria gabbia
rifiuta un radicale cambiare
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7. |
Tensione
02:59
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sei in ogni piccola miseria
e sei l'apprezzare un giorno qualunque
sei nelle radici profonde del vissuto
in un'anima alla deriva in un salto nel vuoto
sei appagamento e incompletezza
equilibri barcollanti tra godimento e insoddisfazione
sei in ogni insicurezza e in ogni ferma convinzione
eterna tensione tra rivolta e sottomissione
sei la societa' che sopprime ogni avventura
sei l’avventura che sopprime la societa'
sei nei sogni piu' arditi
e nella noia di giorni sempre uguali
sei nella rabbia come nell'indolenza
in ogni contraddizione in ogni incoerenza
il freddo che loro non hanno
e la scintilla che ti infiamma
mosaico incomponibile della tua coscienza
sei il trovare una risposta
sei il dubbio dietro una domanda
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8. |
Da Angoli Bui
02:43
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ero un ragazzo che voleva
crescere con le sue passioni
odiavo la Padania, amavo i suoi nebbioni
e dal mio angolo piu' buio
con gli amici in un parcheggio
coni di carta unta sull'asfalto e' gia' solfeggio
poi mi trovai a pensare
svegliando una mattina
lingua impastata, nella bocca una latrina
alzai la musica quel giorno
che spinse in fuori le mie ali
quelli che non volano restano maiali
e poi il punk mi ha reso migliore
la critica e la rabbia dell'hardcore
quando suoni e parole servono per capirci
quando i microfoni a più mani servono per unirci
trovando tanta gente
sentendo di ognuno un'ombra
un sorriso non e' sempre cio' che sembra
c'e' chi lo fa perche' sta fuori
altri sorridono di rabbia
guardano il cielo fatto a spicchi dalla gabbia
insulti e odi questo mondo
lo spettacolo ti vuole
hai l'abito di complice o di spettatore?
ubbidisci cittadino
sia la tua fine decorosa
su tutto hai taciuto sia la tua morte silenziosa
da una tensione trattenuta
una festa licenziosa
da un'emozione grigia e nera
sorge un'alba che scatena
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9. |
Un Salto Nel Vuoto
02:22
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provare a fermare il tempo
con sogni tradotti in realta'
frugando tra mille discorsi
il senso della liberta'
rivivere luoghi da anni sopiti
tra tutti i doveri spariti
controvento su strade smarrite
sono orologi rotti
clessidre che s’infrangono
queste citta' che cancellano
queste citta' che plasmano desideri
quelle citta' che dai desideri
quelle citta' saranno cancellate
citta' che creano emozioni e pensieri,
dove l’aria e il sole stanno sulle barricate
ma dove siamo finiti,
faremo quel salto nel vuoto?
di delusioni ci siamo riempiti,
chissa' se faremo un passo nel fuoco
persi nel mondo, nel suo perpetuo rumore
ma se non ci bruciassimo
non riusciremmo a sentire calore
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10. |
Dietro Un Vetro Opaco
02:34
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come lucciole finestre tristi brillano
emanando una luce fioca
sono le vite stipate in format da TV
passione n'e' rimasta poca
guarda le citta', famose per l'aridita'
raccogli i giorni tuoi sfioriti
canta il requiem
l'amianto prega anche per te
chiamata per gli animi arditi
quelle sagome indistinte, ma si vedono
ombre dietro un vetro opaco
esistenze vinte in un formicaio dorato
cosa rimane a loro in condivisione
dentro quei loculi d’argilla?
nulla e nessuno sembrano esserne immuni
si spegne l'ultima scintilla
divisi in unita', lavoro casa famiglia
compriamo gabbie al metro quadrato
la diversita', la nostra e di chi ci sta
percorso ch'e' mai terminato
e io che resto qui a scrivere senza memoria
mi interrogo sul senso del vivere davanti a una porta chiusa
quando una felicita' forse aleatoria illumina uno schermo nero
io che resto qui a scrivere con i miei freni
tra quattro pareti bianche, un paio di ali stanche
a quanto serva condividere o moltiplicare
queste membra con un canto senza il bene e senza il male
e da uno sguardo e dentro il vivere
essere occhi, essere ponti
dentro uno sguardo vivere gli altri
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11. |
Ali Bruciate
02:28
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questo mondo e' troppo grande per essere tenuto dentro
senza strade da scegliere
ti trovi senza baricentro e dicono che hai ardito troppo
lentamente ti hanno spento
ed e' questa vastita' di cui hai avuto paura
che ti ha erosa insicura
vittima di un falso mito o di una bugia reale
che ha deciso chi e' normale
attraversato da troppa vita
in mattine dal sapore amaro
con gli occhi volti al passato
senza sfumature, vedi solo scuro o chiaro
cammini con gli occhi
appoggiati ai piedi
dondolando su fili tesi
oscillando tra niente e niente
hai corso incontro al sole in mezzo a teste piegate
e ora hai le ali bruciate
vedo te che guardi la' fuori o fissi il nulla dal tuo letto
fumi una sigaretta
come riempisse il buco che hai nel petto
mi guardi, ridi e dici:
siamo tutti pazzi
non lo potete piu' ignorare
come navi costruite
per marcire nei porti
vele ammainate di pensieri distorti
vele recise di questi tempi morti
hai corso incontro al sole
in mezzo a teste piegate
hai inseguito il sole
e ora hai ali bruciate
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12. |
Scalzi Camminiamo
02:58
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siamo giunti al dunque
non dico di vederlo ovunque
seduta fissi quella lima per le unghie
parlando di lui
setacci i miei pensieri bui
vedi tra le rocce nude
un altro maschio in lacrime
poi mi dirai se n'e' valsa la pena
e ti diro' se la mia pena e' svanita
ripenseremo ai nostri passi
scalzi camminiamo sopra petali e sopra sassi
ripenseremo a quei passi
dirsi, anticipare quelli che chiamiamo mostri
essere aperti, stare in ascolto, i dubbi sulla pelle
complici tra corpi che non sono solo nostri
averne parlato mi e' servito
nonostante questo mi sento un po' stranito
tranquilla no, non mi sento davvero tradito
abbracciami, funziona ancora questo rito
tu che mi dicevi che dovevamo parlarne prima
ora il prima e' giunto
ora che ne abbiamo parlato non so se mai saro' pronto
assaltare il treno in corsa e' assai difficile
sabotarlo accanto ai binari e' invece possibile
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13. |
Polvere
02:50
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hai la camicia, hai il maglione
che io non metto piu'
dove sei finito?
mi sei davanti e non sei tu
un ramo scosso dal vento
lasciati al cielo sogni e foglie
lasciata luce a chi nasce
arretra le tue dita spoglie
ancora acqua
mischia polvere
ancora polvere e poi fango
la traccia lasciata dal tuo passo lento
impressa sul mio fianco in nero e argento
cerco una foto di epoche fa
lo so che sei stato forte
un uomo in primo piano
e' lui che cercavo, sei tu
un tempo io tremavo alla tua voce
ora e' la tua voce che trema
leggera si e' fatta un sussurro
un tentativo di fermare il silenzio
acqua mischia polvere
ancora polvere poi fango
la traccia lasciata dal tuo passo
impressa sul mio fianco
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Zona D'Ombra Como, Italy
Zona D'Ombra born in fall 2011 in Como.
With our music and our lyrics we wish to express ideas and
concepts,
reaffirming once again that music is not just a fine,
but also a means, a meeting point, a relief valve.
A way to escape that collides with this existing gray,
where relationships are regulated only by profit and consumption logics.
Zona D'Ombra - 2014
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